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Il folclore delle Marche
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Associazione Culturale e
Folcloristica "Urbanitas"
P.zza Brunori, 8
62021 Apiro (MC)

urbanitas@urbanitas.it

 

 

Il folclore del gruppo Urbanitas rispecchia il carattere della regione da cui proviene, le danze sono allegre e veloci ed esprimono gioia di vivere e di divertirsi. Tutti i brani del repertorio si basano su musiche e coreografie originali, ricostruite grazie ad un paziente ed attento lavoro di ricerca.
La nostra era una regione prevalentemente contadina, ed è per questo che tutte le danze fanno riferimento ai grandi lavori stagionali della campagna (trebbiatura, vendemmia, ecc.), la fine dei quali rappresentava sempre un'occasione di gran festa.

Tra i balli più coinvolgenti del nostro spettacolo spiccano "La piazza di Montegallo", ballo molto vivace che trae il nome dalla piazza di un ipotetico paese, quasi certamente assurta come simbolo per indicare ogni importante festa che finiva col ballo sulla piazza, e " 'U vallu che non va vé" (Il Ballo che non va bene), ballo caratterizzato dallo scopo di condurre a danzare le ragazze presenti, belle e brutte e più o meno brave nel ballo, il cui ritmo è pertanto lento, con movenze semplici e con un continuo scambio tra i cavalieri e le dame.

Alcuni tra i balli del nostro repertorio sono di lontana provenienza, ma risultano oramai radicati nella nostra tradizione. La "Mazurca", danza originaria dell'Europa centro settentrionale, fu introdotta in Italia durante il periodo napoleonico dai soldati boemi, croati e austriaci, che a quel tempo combattevano gli eserciti di Murat; diffusa soprattutto nel nostro centro nord, è stata trasformata dal marchigiano sia nella musica che nelle movenze originarie, adattandola così al proprio gusto ed alla propria cultura. La "Manfrina", danza di chiara origine cortigiana proveniente quasi certamente dalla corte di Francia, dove era molto diffusa già dal 1700; introdotta nelle nostre terre alla fine dello stesso secolo, è diventata lentamente nostro patrimonio popolare, grazie ai servitori dei nobili locali; veniva eseguita con strumenti ad arco, e conserva tuttora la figura del "maestro di cerimonia" che detta ad alta voce i cambi e le movenze del ballo.

Nel corso degli anni, grazie ad una meticolosa attività di ricerca, è stato possibile riscoprire e quindi recuperare movenze e musiche che altrimenti sarebbero andate perdute: nascono quindi in questo modo balli come "Lo Sterpe", caratterizzato da un ritmo molto veloce e da un rapido susseguirsi di coreografie, e "Tre zumpi sull'ara", ricostruito sulla base di un vecchio valzer.

Poiché erano molto rare le occasioni di corteggiamento, il ballo costituiva un'importante opportunità di incontro; questo aspetto, presente in tutte le nostre danze, risalta in particolar modo ne "La Montagnola", dove viene rappresentato il corteggiamento da parte di un marinaio verso una ragazza della nostra terra che con la propria brocca si reca alla fonte, e in "Vallate vallerì", ballo con cui si aprivano le feste in casa del padrone o del fattore, alle quali partecipavano tutti i mezzadri amministrati; ad esso prendevano parte solo i migliori ballerini che, con ammirazione o solo per dovere, corteggiavano o la padrona di casa o la figlia del padrone.

Fra tutti i balli del nostro repertorio, quello che più di ogni altro ci rappresenta è senz'altro il "Saltarello"; sensibilmente diverso nel ritmo e nella musica nei vari paesi della nostra regione, ad Apiro assume un brio eccezionale, tanto da meritare la definizione di "Saltarello a terremoto"; il Gruppo Urbanitas lo esegue dedicando la massima cura ai particolari, riproponendo sul palcoscenico la scena che verosimilmente doveva aver luogo sull'aia, dove si realizzava questa danza per festeggiare la fine dei grandi lavori stagionali. Il "Saltarello" è il ballo di corteggiamento per eccellenza: le coppie di ballerini si rivolgono sempre lo sguardo sorridendo, con continui ammiccamenti e provocazioni; l'uomo cerca in ogni momento di avvicinarsi alla donna, la quale inizialmente si sottrae facendosi desiderare, ma poi si riavvicina mostrando di gradire le galanterie del suo pretendente.

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